lunedì 30 gennaio 2012

grazie ragazzi, anche se in futuro occorrerà stare attenti agli errori di ortografia!!!!
per ora sono contenta così.
maestra Ornella.

le pagelle verranno consegnate il giorno 14\02\1012 alle ore15:00

i seguenti giorni 20,21,22 si stara' a casa da scuola

lunedì 23 gennaio 2012

Polesine, ricordi dell'alluvione del 1951

Il 14 novembre del 1951 il fiume Po ruppe gli argini ad Occhiobello e a Canaro. Per sapere cosa è accaduto, noi alunni di classe quarta, abbiamo intervistato i nostri nonni e bisnonni e presentiamo a voi alcuni flash di questi ricordi.

FABIO: vivevo con la mia famiglia a Crociara, frazione di Canaro, avevo 16 anni e abitavamo in una casa molto bassa, per salvarci ci siamo rifugiati al piano superiore di una casa vicina. Lì abbiamo atteso per molte ore i vigili del fuoco che sono arrivati con i mezzi anfibi e ci hanno portato a Ferrara.               Nevia  Tosini

SABRINA: l’acqua arrivava fino al primo soffitto e faceva molto rumore, il fango entrava dappertutto, nella casa. Le giornate erano fredde e nebbiose. Gli animali che servivano a sfamare le famiglie sono morti tutti.                                                                                                                             Casoni Luciano

VANESSA: avevo 9 anni e abitavo a Valiera, località di Canaro, eravamo in 15 in famiglia. Quel giorno decidemmo di raccogliere le nostre poche cose e di raggiungere l’argine del Po per metterci in salvo. La nonna era vecchia e non riusciva a camminare, voleva rimanere lungo la strada, allora mia mamma, che spingeva una carriola con sopra il figlio più piccolo, le impose di sedersi dentro e prendere in braccio il bambino. La spinse così fino sull’argine, per 6/7 Km. Avevamo tanta paura, il fiume era spaventoso, c’era freddo e tanta nebbia. Gli uomini hanno costruito una capanna per avere un riparo durante la notte. Ad un tratto abbiamo sentito un gran boato e abbiamo capito che l’argine non aveva più retto e l’acqua stava inondando le terre. Siamo usciti dalla capanna in tempo per vedere una grande onda passarci vicino. Onda che mi è rimasta nella mente per tutta la vita. Siamo in seguito fuggiti a Soave (VR). Poi  abbiamo saputo che a Frassinelle, sul camion della morte c’era anche una cugina, annegata con due figli, mentre uno si è salvato. 
                                                                                                                                  Ornella Padovani

ANNA B.: avevo 30 anni e ricordo il tempo trascorso a chiacchierare con gli amici del pericolo dell’acqua, tutti ne parlavano, poi abbiamo dovuto fuggire, la mia famiglia è andata a Milano, io invece mi sono rifugiato sopra alla banca che allora era in piazza xx settembre.                                                      Bruno Belloni

SOFIA: avevo 13 anni e ricordo tanta paura. Anche noi ci siamo salvati sull’argine del Po che era sì il punto più alto ma anche il più pericoloso. Una mia vicina di casa non è riuscita a scappare ed è morta annegata.                                                                                                                        Fabbri Maria

DIEGO: abitavo a Vallone di Canaro e avevo 10 anni. Ricordo che l’acqua è salita fino a 3 mt. Ed ho aspettato che venissero a prenderci per portarci in salvo, sull’argine del Po, dove sono rimasto per oltre un mese. Quando l’acqua si è ritirata ricordo che sulle terre, nei campi, vi erano tanti animali morti.      
                                                                                                                                    Caniati Franco

SARA: avevo 15 anni e abitavo a Crespino. Ricordo l’acqua che riempiva i fossi delle campagne, le guardie del Po che ci avvisavano che l’argine aveva rotto ad Occhiobello e che la fossa di Polesella si stava riempiendo. Mio nonno cercò di portare in salvo il bestiame, le galline, i conigli, noi cercammo di salvare i pochi mobili che avevamo. Poi con delle grosse barche abbiamo raggiunto l’argine e da lì un camion ci ha portato a Porretta Terme.                                                                                           Zanforlin Maria

ANNA R: ricordo tutte le persone che erano impegnate a cercare di contenere l’acqua con i sacchi di sabbia ricordo  persone e animali  rifugiati sull’argine per scappare all’acqua. Abitavo nella golena del Po e l’acqua era dappertutto, noi siamo scappati.
                                                                                                                                Zamboni Costantina

MATTIA: io abitavo a Rovigo e avevo 18 anni, quando ho sentito del pericolo dell’alluvione, sono partito dalla città e ho raggiunto Polesella per aiutare la popolazione a contenere l’acqua del fiume con i sacchetti di sabbia. Prima che l’acqua arrivasse in città sono riuscito a fuggire con l’aiuto di un signore, proprietario di un’auto.                                                                                     Bolognesi Guglielmo

EMMA: nel 1951 avevo 30 anni. ci siamo salvati perché siamo saliti sull’argine del Po con tutto il bestiame e abbiamo vissuto per 45 giorni in una capanna costruita su un rimorchio. Mio marito è rimasto sul tetto del fienile a fare la guardia all’abitazione. Un nostro parente è morto sul camion di Frassinelle.  Tridello Eufemia

NICCOLO’ MORO: in quel periodo avevo 19 anni e stavo tornando dal servizio militare ma la rotta dell’argine mi impedì di raggiungere i miei familiari,  fui costretto ad usare la tenda da campo in dotazione ai militari per avere un riparo e aspettare che la situazione migliorasse un po’. Giunto a casa trovai in piedi solo i muri della casa, tutto era andato perso. Persi anche sette parenti.                            Ernestino Campioni

NICCOLO’ CAMMAROTA: era stato dato l’allarme che l’acqua stava rompendo l’argine, alcuni familiari sono partiti in bicicletta per andare a vedere il fiume, la gran quantità d’acqua li spaventò e decisero di rientrare a casa, alla “Ziliuleta”, c’era buio pesto e la strada era piena di carri e bestiame. Un cugino consigliò di tornare sull’argine perché a casa era più pericoloso, così tornarono indietro e trascorsero la notte sopra un camion. Avevo appena 16 anni.                                                GHINELLO EDDA

ALBERTO: anni 5, sono stata trasferita con la famiglia in un centro di accoglienza , poi trasferita in un bell’ albergo di Abano Terme. Ricordo fango, tanto fango, lasciato dalle acque quando si sono ritirate. Tutti gli uomini di casa sono rimasti a salvaguardare la casa e gli animali, per paura dei ladri.           Naira Cestari

ELIA: vivevo a Pontelagoscuro e avevo 18 anni, anch’io sono andato ad aiutare i soldati a rinforzare le sponde del fiume con i sacchi di sabbia, ma l’acqua ha tracimato lo stesso. Alcuni parenti, di Vallone, hanno perso tutto e poi si sono trasferiti nel ferrarese per iniziare una nuova vita.
                                                                                                                                     Renato Vitali

RACHELE   : anni 14, vivevo a Cà Emo e ricordo quando i carabinieri sono venuti ad avvisarci di lasciare la casa perché l’acqua stava arrivando. Raccolte le poche cose che avevamo siamo partiti per Mestre.                                                                                                                                                Lazzarini Lucia

 Agata e Giacomo daranno ora voce ai ricordi di due fratelli, che si sono ritrovati a raccontare ai nipoti gli stessi episodi.

GIACOMO: Vivevo a Canaro e avevo 16 anni. Avevo tanta paura, il fiume era talmente pieno che non si riusciva a vedere la sponda ferrarese. I sacchi di sabbia servivano a poco, tutta la gente del paese, con bestiame, macchinari e trattori raggiungeva l’argine per mettersi al sicuro. Il mattino l’argine cedette e l’acqua iniziò ad allagare le campagne,  presi una barca per raggiungere il paese dove erano rimaste pochissime persone e raggiunsi mio fratello Lauro.
AGATA: Ero rimasto a casa mia perché ero il titolare del negozio di generi alimentari del paese e ho cercato di salvare tutto quello che potevo trasferendo gli alimenti al piano superiore. Ho visto l’acqua salire fino a 2 mt, e un maiale portato via dall’acqua che tentava di salvarsi nuotando.
GIACOMO: io ero il titolare del negozio di ferramenta e tutto il materiale che era in negozio è andato perso.
AGATA: Il giorno dopo ricordo i pompieri che hanno prestato soccorso per tutta la giornata con canotti e gommoni, con loro c’era anche il parroco DON PIATTO.
Le persone venivano a fare la spesa in barca con i buoni di sussistenza mandati dal governo.
C’era tanta disperazione e fame.
GIACOMO: ero andato a cercare i nostri genitori e mia sorella, faceva tanto freddo, la nebbia era fitta che sembrava un muro, al ritorno sono andato da mio fratello perchè avevo tanta fame.
AGATA: stavo cocendo delle patate americane e lui, appena le vide, mise una mano dentro la pentola per prenderne una e mangiarla, non sentì nemmeno che l’acqua era bollente, tanta era la fame che aveva.
……..dopo l’alluvione mi sono trovato da solo a gestire il negozio, a ripulire, a risistemare, ero tanto stanco.
GIACOMO: tutti si sono arrangiati nella ricostruzione, non c’era protezione civile o esercito ad aiutarci. Lo stato dava 360 lire al giorno per persona e a chi ha avuto gravi danni dava 180 mila lire una tantum o 3 milioni a tasso dell’1% per tre anni.
AGATA: ero stanco……….. e mio padre mi mandò da dei parenti, a Masi San Giacomo,  a riposare e lì ho conosciuto mia moglie…ed è iniziata una nuova vita.
                                                                                                               Bonvento Lauriano   e   Lauro





                                       
                       

lunedì 16 gennaio 2012

TUTTI ABBIAMO DEI DIRITTI


TUTTI NOI ABBIAMO DEI DIRITTI IMPORTANTI:
LA PACE, L'UGUAGLIANZA, LA VITA.
LA VITA E' IMPORTANTE 
TUTTI DEVONO AVER DIRITTO DI VIVERE.
L' UGUAGLIANZA E' IMPORTANTE PERCHÉ' NESSUNO
DEVE ESSERE MESSO IN SCHIAVITÙ' O ESSERE PERSEGUITATO.
LA PACE E' IMPORTANTE PERCHÉ' TUTTI NOI ABBIAMO 
DIRITTO DI VIVERE LA NOSTRA VITA COME PREFERIAMO
                                                                                                                         
                                                                                                                              EMMA 

domenica 15 gennaio 2012